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Track List
01) Speak to Me / Breathe in the Air
02) On the Run
03) Time
04) The Great Gig in the Sky
05) Money
06) Us and Them
07) Any Colour You Like
08) Brain Damage
09) Eclipse
01) Speak to Me / Breathe in the Air
02) On the Run
03) Time
04) The Great Gig in the Sky
05) Money
06) Us and Them
07) Any Colour You Like
08) Brain Damage
09) Eclipse
3:59
3:32
7:06
4:44
6:32
7:40
3:25
3:50
2:04
Data Complete
90%
Total Rating
90%Total Rating
(18 users)
Back Cover
CD Art
3D Case
3D Thumb
3D Flat
3D Face
3D Spine
First Released
1973
Progressive Rock
Dreamy
Rock/Pop
Mental Health
Medium
Album
50,000,000 copies
Album Description
Available in:
The Dark Side of the Moon (intitolato Dark Side of the Moon nell'edizione CD del 1993), in italiano "Il lato oscuro della Luna", è un concept album (l'ottavo in studio) del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 1º marzo 1973 negli Stati Uniti dalla Capitol Records e il 24 marzo dello stesso anno nel Regno Unito dalla Harvest Records. L'opera nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett, membro fondatore e principale compositore e paroliere del gruppo. Tra i temi del concept vi sono inclusi il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo e quello dell'alienazione mentale, ispirato in parte dai disturbi mentali di Barrett.
L'album si sviluppò come parte del tour del 1971, in seguito alla pubblicazione di Meddle, e iniziò a essere pubblicizzato diversi mesi prima dell'inizio effettivo delle registrazioni in studio. Il nuovo materiale venne migliorato e raffinato durante il Dark Side of the Moon Tour, e fu registrato in due sessioni nel 1972 e nel 1973 negli Abbey Road Studios di Londra. I Pink Floyd usarono alcune delle tecniche di registrazione più avanzate dell'epoca, inclusi la registrazione multitraccia e i loop. In molte tracce si usarono sintetizzatori analogici e, in sottofondo, anche una serie di interviste con la band e lo staff tecnico in forma di aforismi filosofici. Il tecnico del suono Alan Parsons contribuì alla realizzazione di alcuni degli aspetti sonori più innovativi, incluso il ticchettìo e lo scoccare degli orologi in Time.
The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988. Nel giugno 2011 ha toccato le 1000 settimane nella classifica US Top Catalog. Con 50 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia. È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle varie reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: Money e Us and Them.
Oltre al suo successo commerciale, The Dark Side of the Moon è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici sia dai semplici appassionati.
User Album Review
The official site for the umpteenth re-release of this old chestnut presents you with a daunting array of statistics that, if you're under the age of 30, will probably seem like the ravings of (appropriately enough) a lunatic. For if, by some freak circumstance (lost in Pacific jungle for thirty years/coma/just plain don't like lousy guitar bands etc.), you hold this CD in your hands for the first time, listen up: Dark Side Of The Moon spent an incredible ELEVEN CONSECUTIVE YEARS in the top 100 and has notched up a total of FOURTEEN YEARS lodged in the same place. That's a lot of Lear jets and football teams. But what new can be said?
Well, it now comes with an extra layer of new enhanced 5.1 surroundsound thingummy with (naturally) Dobly [sic]. And it's got a lovely new stained glass effect cover courtesy of Storm Thorgerson and his hilariously named Hipgnosis cohorts. And the music?
Contextually speaking this was the Floyd's saving grace. By 1972 they'd firmly claimed the avant garde (read: musically unadventurous but prone to hitting large gongs and setting fire to stuff onstage) art rock mainstream as their own playground. Yet these middle-class boys still craved, like, bread, man. After a prolonged period of fumbling soundtracks for European arthouse movies they'd finally emerged from under the shadow of founder/visionary/lost-marble icon, Syd Barrett with a coherently beautiful album, Meddle. Roger Waters had some big ideas about madness, life, death and all that deep stuff. EMI had a rather splendid studio with some top-notch engineers. Six months later...voila!
What made this concoction so popular at the time was a series of coincidences. The western world was now fully stereoed-up; the band hooked up with an immaculate engineer by the name of Alan Parsons (yes, that one with the project) and last, but not least, the band bothered to write some really fine songs. This was a long way from the half-baked nonsense that had plagued Ummagumma or Atom Heart Mother. Gilmour's guitar was now exquisitely tasteful (the heart still breaks over that little phrase about 36 seconds into ''Breathe'') and zen-like in what he could leave out (check the most underrated track ''Any Colour You Like''). The sound effects are as hackneyed as a 70s stereo demonstration record (that this album effectively replaced in most hi-fi stores at the time), yet the overall flow of the album still satisfies as it merges existential ballads (''Time'', ''Us And Them'') with cynical rockers (''Money'') and arena-impressing freak outs (''The Great Gig In The Sky'').
Too much scrutiny reveals a rhythm section that's laughably leaden, song structures that employ the same descending runs that appear on every Floyd album since Meddle (cf: ''Echoes'') and lyrics that embarrass with their sixth-form triteness. Yet how many writers will be saying the same of Radiohead's cosy attacks on globalisation and 21st century ennui on OK Computer (which owes such a huge amount to this album) in thirty years time? Ultimately it matters little. DSOTM is still a lovely record made brittle by overuse. One almost wishes that instead of spicing it up one more time, EMI had deleted it for a while to give us all room to breathe again...
External Album Reviews
None...
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The Dark Side of the Moon (intitolato Dark Side of the Moon nell'edizione CD del 1993), in italiano "Il lato oscuro della Luna", è un concept album (l'ottavo in studio) del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 1º marzo 1973 negli Stati Uniti dalla Capitol Records e il 24 marzo dello stesso anno nel Regno Unito dalla Harvest Records. L'opera nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett, membro fondatore e principale compositore e paroliere del gruppo. Tra i temi del concept vi sono inclusi il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo e quello dell'alienazione mentale, ispirato in parte dai disturbi mentali di Barrett.
L'album si sviluppò come parte del tour del 1971, in seguito alla pubblicazione di Meddle, e iniziò a essere pubblicizzato diversi mesi prima dell'inizio effettivo delle registrazioni in studio. Il nuovo materiale venne migliorato e raffinato durante il Dark Side of the Moon Tour, e fu registrato in due sessioni nel 1972 e nel 1973 negli Abbey Road Studios di Londra. I Pink Floyd usarono alcune delle tecniche di registrazione più avanzate dell'epoca, inclusi la registrazione multitraccia e i loop. In molte tracce si usarono sintetizzatori analogici e, in sottofondo, anche una serie di interviste con la band e lo staff tecnico in forma di aforismi filosofici. Il tecnico del suono Alan Parsons contribuì alla realizzazione di alcuni degli aspetti sonori più innovativi, incluso il ticchettìo e lo scoccare degli orologi in Time.
The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988. Nel giugno 2011 ha toccato le 1000 settimane nella classifica US Top Catalog. Con 50 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia. È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle varie reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: Money e Us and Them.
Oltre al suo successo commerciale, The Dark Side of the Moon è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici sia dai semplici appassionati.
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The official site for the umpteenth re-release of this old chestnut presents you with a daunting array of statistics that, if you're under the age of 30, will probably seem like the ravings of (appropriately enough) a lunatic. For if, by some freak circumstance (lost in Pacific jungle for thirty years/coma/just plain don't like lousy guitar bands etc.), you hold this CD in your hands for the first time, listen up: Dark Side Of The Moon spent an incredible ELEVEN CONSECUTIVE YEARS in the top 100 and has notched up a total of FOURTEEN YEARS lodged in the same place. That's a lot of Lear jets and football teams. But what new can be said?
Well, it now comes with an extra layer of new enhanced 5.1 surroundsound thingummy with (naturally) Dobly [sic]. And it's got a lovely new stained glass effect cover courtesy of Storm Thorgerson and his hilariously named Hipgnosis cohorts. And the music?
Contextually speaking this was the Floyd's saving grace. By 1972 they'd firmly claimed the avant garde (read: musically unadventurous but prone to hitting large gongs and setting fire to stuff onstage) art rock mainstream as their own playground. Yet these middle-class boys still craved, like, bread, man. After a prolonged period of fumbling soundtracks for European arthouse movies they'd finally emerged from under the shadow of founder/visionary/lost-marble icon, Syd Barrett with a coherently beautiful album, Meddle. Roger Waters had some big ideas about madness, life, death and all that deep stuff. EMI had a rather splendid studio with some top-notch engineers. Six months later...voila!
What made this concoction so popular at the time was a series of coincidences. The western world was now fully stereoed-up; the band hooked up with an immaculate engineer by the name of Alan Parsons (yes, that one with the project) and last, but not least, the band bothered to write some really fine songs. This was a long way from the half-baked nonsense that had plagued Ummagumma or Atom Heart Mother. Gilmour's guitar was now exquisitely tasteful (the heart still breaks over that little phrase about 36 seconds into ''Breathe'') and zen-like in what he could leave out (check the most underrated track ''Any Colour You Like''). The sound effects are as hackneyed as a 70s stereo demonstration record (that this album effectively replaced in most hi-fi stores at the time), yet the overall flow of the album still satisfies as it merges existential ballads (''Time'', ''Us And Them'') with cynical rockers (''Money'') and arena-impressing freak outs (''The Great Gig In The Sky'').
Too much scrutiny reveals a rhythm section that's laughably leaden, song structures that employ the same descending runs that appear on every Floyd album since Meddle (cf: ''Echoes'') and lyrics that embarrass with their sixth-form triteness. Yet how many writers will be saying the same of Radiohead's cosy attacks on globalisation and 21st century ennui on OK Computer (which owes such a huge amount to this album) in thirty years time? Ultimately it matters little. DSOTM is still a lovely record made brittle by overuse. One almost wishes that instead of spicing it up one more time, EMI had deleted it for a while to give us all room to breathe again...
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