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The Principle of Evil Made Flesh è l'album di debutto dei Cradle of Filth. Il sound in questo primo capitolo è molto vicino ai canoni del black metal, un genere del tutto diverso da quello che la band assumerà in seguito. Ma, nonostante le varie influenze dal black classico, alla band viene attribuita comunque l'etichetta di symphonic black metal. Una scelta questa della stessa band la quale, volendosi differenziare dal panorama del Black metal norvegese (assumendone comunque tutte le caratteristiche) diventato ormai crudo, sofferente e nichilista, voleva dare un piccolo spazio alla sensualità, inserendo così un'immagine a stampo gothic metal e riuscendo dopotutto a sottolineare gli aspetti seducenti del lato oscuro. Questo è quanto riportato nel The Gospel of Filth di Gavin Baddeley.
Alcune tracce di quest' album vennero in seguito rielaborate nei lavori successivi. In V Empire or Dark Faerytales in Phallustein, ad esempio, ritroviamo The Forest Whispers My Name e i primi versi di A Dream of Wolves in the Snow inseriti in Queen of Winter, Throned. Invece in Bitter Suites to Succubi vengono rielaborate The Principle of Evil Made Flesh, The Black Goddess Rises e Summer Dying Fast.
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